DIRE – Rezza: “Contro le varianti vaccinazioni di massa. Gli stadi? No ad aprirli”

Inviato da Bagai80 il Lun, 01/03/2021 - 16:53

DIRE – Rezza: “Contro le varianti vaccinazioni di massa. Gli stadi? No ad aprirli”

Roma – Dalle possibili ‘riaperture’ di attività nel nostro Paese, da qui all’estate, tra ristoranti la sera, cinema e teatri ma anche stadi, al pericolo delle varianti da contrastare prontamente con zone ‘rosse locali’ all’interno delle regioni. Dalla necessità di ottenere più forniture di vaccini per rallentare la velocità di circolazione del virus, all’ipotesi, che potrebbe presto concretizzarsi, di somministrare una sola dose a chi ha già contratto l’infezione ed è guarito da oltre sei mesi, fino all’eventualità di assumere provvedimenti nei confronti di medici o infermieri che rifiutano di sottoporsi al vaccino. Ha parlato di questo il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, nel corso di un’intervista video rilasciata all’agenzia Dire a margine della conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia.

“STADI? RADUNI MASSA VANNO ASSOLUTAMENTE EVITATI”

Tra le forze di governo, in questi giorni, si sta discutendo su possibili riaperture: dai ristoranti la sera, ai cinema e ai teatri, mentre qualcuno suggerisce addirittura di far tornare i tifosi allo stadio, con capienze limitate, perché è meglio tenere ‘sotto controllo’ all’interno di una struttura che lasciare che si crei un assembramento all’aperto. Può farci un po’ di chiarezza? A chi va il semaforo verde e a chi quello rosso? “È difficile dirlo, anche perché i semafori verdi e rossi sulle riaperture toccano alla politica in termini decisionali. Quello che noi possiamo fare è monitorizzare la situazione e, a seconda di quello che è il livello di rischio, favorire o meno queste decisioni. Ci sono attività che probabilmente possono essere svolte con una certa sicurezza, soprattutto se si mettono in atto protocolli precisi e se vengono rispettate regole chiare. Altre attività che creano aggregazione, invece, come quando parliamo di una marea di tifosi che vanno allo stadio, vanno assolutamente evitate. In quel caso siamo di fronte a quello che può essere considerato un raduno di massa. È il caso di valutare le riaperture volta per volta, prendendo decisioni sulla base di protocolli ben definiti, evitando però sempre che queste riaperture possano generare una situazione di abbassamento del livello di guardia e favorire delle aggregazioni che sono particolarmente pericolose in termini di rischio di diffusione dell’infezione”.