Assurnazirpal

Inviato da Tifosodabg il Sab, 21/11/2020 - 09:33

Sì, lo ammetto, non sapendo che titolo dare a questo articolo ho letteralmente lasciato cadere le mani sulla tastiera e quel che ne è uscito è il titolo. Ovviamente scherzo! Vi sembro uno che fa cose del genere? Ehm, non volevo una risposta, grazie. No, in realtà non è un titolo a caso. Quello nel titolo è il nome di antico re assiro, per la precisione Assurnazirpal II d’Assiria, vissuto ben nove secoli prima di Cristo. E' noto perchè uno dei non moltissimi reperti della civiltà assiro-babilonese, e certamente uno dei più antichi, raffigura una sua impresa militare in tutte le sue sequenze tanto da sembrare molto ad un moderno film di guerra con le diverse scene. Ebbene, questa rappresentazione è molto dettagliata e descrive tutti i momenti di una campagna militare in tutto e per tutto. Vengono illustrati gli accampamenti, i movimenti delle truppe mentre attrversano i fiumi o risalgono le colline, il momento dei pasti ed anche moltissime scene, anche crude, di battaglie e guerre. Ma c'è un qualcosa in quelle scene che è molto particolare e che rende noto il nostro re ancora oggi e cioè che nonostante in questa raffigurazione ci siano molti cadaveri, molti feriti, molti soldati infilzati o trucidati, nemmeno uno è assiro. Ebbene, per questo motivo, questa raffigurazione viene considerata come uno dei primi, se non il primo, esempio di propaganda di regime! Si nascondo sotto il tappeto le situazioni scomode per esaltare quelle più comode.

Tutto questo mi è tornato in mente quando un amico (che begli amici che ho ...) mi manda in whatsapp il link ad un articolo di un giornale online che si occupa delle faccende del 1912. Non posterò il link ma so già che quei quattro poveri cristi che talvolta hanno l'ardire di leggere queste mie stupide ed inutili elucubrazioni han già letto o comunque capito di cosa sto parlando. Dicevo, mi è tornato in mente leggendo questo articolo perchè l'ho ritenuto un vero esempio di arte della propaganda. Veramente un'opera d'arte. Mi sento onestamente di fare i complimenti al giornalaio che l'ha scritto perchè mai avevo letto una così grande capacità nel ribaltare la prospettiva esaltando ciò che dovrebbe essere, invece, criticato.

Un vero cesellatore della parola che parte dal titolo dove sembra (ma è solo apparenza!) che si vogliano esaltare le tante e grandi qualità del nostro immenso capitano per poi, invece, arrivare all'elogio di chi non lo fa giocare. E leggendo l'articolo (Non smetterò mai di ringraziare chi me l'ha linkato ...) sembra pure che lo stia facendo per il suo bene! Cioè, non è che il mister ha sbagliato finora insistendo su altri giocatori che, in fondo, non hanno portato il giusto contributo o che hanno fatto qualche cazzata di troppo. Non è colpa del mister che l'ha praticamente relegato in panchina fin quando non ha avuto gli uomini contati. Anzi, è suo il merito di aver lasciato marcire ai bordi del campo "il capitano di mille battaglie", il simbolo della Monza pallonara da oltre un lustro, che ci fa lustrare gli occhi per le sue capacità tecniche ma, soprattutto dico io, umane. Davvero i miei complimenti, un ribaltamento così feroce della realtà, quanto meno legato al calcio Monza, non mi era mai capitato di leggerlo in così poche parole.

Cui prodest? Cui prodest scelus, is fecit!
A chi porta vantaggio? Colui che ne beneficia è l'artefice!

Così rispondeva la Medea di Seneca. In realtà, in questo caso, nessuno ne trae un gran beneficio quindi sono sinceramente convinto che chi ha scritto non l'abbia fatto con intenzioni propagandistiche anche se, probabilmente, l'influenza editoriale del "sempre con la società" ha influenzato in qualche misura l'autore.